Reggina: Falcomatà la faccia completa, a furor di popolo...

falcomatagiuseppe4gendi Paolo Ficara - Chi tace, acconsente. E non si può più tacere, di fronte ad una Reggina tenuta di fatto in ostaggio. Niente fogli di dimissioni, niente esoneri. Anzi, qualche mezza idea di ripristinare il regime di ritiro, dopo l'allenamento pomeridiano. Questa la situazione sportiva in vista della gara interna di giovedì sera, contro la Casertana. Qualora si abbia ancora la faccia di presentare Maurizi in panchina, si rischia il pubblico ludibrio. Seppur da una tifoseria ristretta e stanca.

Ma al di là dell'aspetto sportivo, c'è un aspetto societario ormai da considerarsi concluso. Chi di dovere, fatica a prenderne atto. Servono dunque le istituzioni per indicargli la via.

Il Tribunale sta già facendo il suo. La messa in mora partita dalla curatela fallimentare della Reggina Calcio, avrà il suo seguito già all'inizio di questa settimana. O verrà corrisposto il canone di affitto, oppure l'avvocato Occhiuto procederà, nella più benigna delle ipotesi, col decreto ingiuntivo. Non è da scartare l'ipotesi dello sfratto immediato dal Sant'Agata: difficilmente avverrà, ma rappresenterebbe il giusto castigo per chi, ai mancati pagamenti, ha fin qui unito un atteggiamento altezzoso.

Ora tocca al sindaco della Città Metropolitana. Ha già compiuto dei passi importanti, nel mettersi in contatto con potenziali investitori esteri. Sa benissimo delle morosità da parte della Urbs, per la questione "Granillo". In passato, la giunta comunale ha messo alla berlina l'esanime Reggina Calcio, sempre per lo stesso tipo di arretrati, in un momento nel quale la città si prodigava per salvarla. Oggi non è tollerabile leggere dichiarazioni di qualche sottoposto, nemmeno con la qualifica di assessore, che insulta l'intelligenza altrui nel far credere che l'energia elettrica, alla Urbs, gliela dobbiamo mantenere noi contribuenti.

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Falcomatà ha in mano le strutture. Per il Sant'Agata, sa già che l'attuale società non muoverà offerte. Per lo stadio, c'è finalmente la possibilità di coinvolgere un grosso investitore. Il primo cittadino può anche girarsi dall'altro lato, nessuno gli impone di mettere becco nelle vicende di una srl. Ma si tratta pur sempre di Reggina. Ed oltre a risolvere una problematica relativa alla più grossa struttura sportiva cittadina, schierarsi nettamente è anche la maniera per recuperare un po' di consenso, in vista delle future tornate elettorali.

In buona sostanza: il sindaco dica pubblicamente, magari durante apposita conferenza, che esistono munifici investitori interessati a rilevare la Reggina a condizioni accettabili. Gli stessi investitori non si presenteranno, avendo aperte altre opzioni nel Nord Italia, se nell'imminente bando non ci sarà la possibilità di acquisire anche il titolo sportivo della Urbs Reggina 1914, oltre ai beni materiali ed immateriali appartenenti alla fallita Reggina Calcio.

La proposta è reale. Ed all'attuale società è stata già portata dal primo cittadino, mica da Giufà. Fin quando non verrà dichiarato pubblicamente, Adolf si sentirà libero di bollare tutto come chiacchiericcio giornalistico.

A quel punto, in piena libertà, chi detiene srl e titolo sportivo potrà rispondere. Nessuno gli può estorcere l'azienda, questo è sottinteso. Ma andrà detto chiarissimamente se l'Urbs Reggina è in vendita oppure no. Sarà meglio dire di no, piuttosto che fissare una cifra assurda. O ancor peggio, dichiarare che si attendono offerte. Chi ha un negozio e vende un paio di mutande, ci appiccica sopra un prezzo: mica attende il fesso di turno, pronto a riconoscere il triplo del reale valore di mercato.

Dietro ad un paio di mutande è difficile che si nasconda un debito, a meno che non siano usate. Dietro una srl, è più che possibile. Specie se si fa (o si prova a fare) calcio in Serie C, categoria in cui raramente si registrano utili. Le pendenze verso il Tribunale sono nero su bianco, il Comune deve pronunciarsi su quelle relative allo stadio. Per caso ce ne sono altre? Solo i libri contabili possono chiarire il reale valore della Urbs Reggina.

I modi per far scappare gli investitori stranieri, possono essere tanti. Tra questi, c'è la tempistica. Chi vincerà il bando, dovrà andare subito in Figc a chiedere una fusione di matricole. Per non parlare della progettazione tecnica: qui la squadra va rifatta da cima a fondo, in presenza di soli cinque contratti. Tanto per fare un esempio:a metà giugno su Cucchietti ci sarà mezza Serie B. Se si vuole impostare un dialogo col ragazzo e col Torino, bisogna farlo entro maggio. Motivi per cui promulgare il bando dopo Pasqua (con apertura delle offerte nella seconda metà di giugno), potrebbe rappresentare già un indice di scarsa conoscenza delle problematiche.

Ed ovviamente, può incidere anche l'incertezza sulla categoria. Quando ve ne andate?