Reggina: Maurizi e lo spogliatoio, è un fatto di pelle

mauriziagenoredi Paolo Ficara - Sfidare l'impossibile. Per ogni girone, la Serie C prevede due retrocessioni, in teoria tramite playout. Nel gruppo meridionale, un posto è già prenotato. Il distacco abissale dell'Akragas verso il resto del mondo, ben oltre la regola del +8, falsa per certi versi il campionato ed elimina uno dei due spareggi. Se la Fidelis Andria dovesse malauguratamente ricevere un'altra penalizzazione, riuscire a retrocedere diventerebbe un'impresa.

Un'impresa che la Reggina potrebbe centrare in una sola maniera: tenendo l'attuale allenatore.

E dire che Agenore Maurizi ha subito l'esonero in tante altre circostanze, quando la sua media-punti era più elevata rispetto all'1,03 di questa stagione. A Reggio Calabria continua a riscuotere fiducia, ma solo da parte della società (i compagnucci di merende non fanno testo). I tifosi gli dedicano cori tutt'altro che carini da diverse settimane, al di là di qualche confronto ravvicinato avuto tra dicembre e gennaio. Ma il rapporto più incrinato è quello con i calciatori.

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Plateali gli scambi di vedute a gara in corso, sia con Bianchimano nell'ultima uscita, sia con Laezza e Castiglia in precedenza. Il repulisti di gennaio non poteva placare i malesseri totali dello spogliatoio verso il mister, solo una dirigenza inadeguata poteva incappare in una simile valutazione. Nemmeno l'arrivo di 10 volti nuovi nel mercato di riparazione ha modificato l'umore interno, non serve chissà quale indagine della Santa Inquisizione per comprenderlo. Ricorrere allo scudiero La Camera è stato l'ennesimo segno di insicurezza.

Tra Maurizi e lo spogliatoio, sembra proprio essere un fatto di pelle. Per dirla alla Lino Banfi.

Se anche in questa settimana il tecnico ha scelto la linea del pugno di ferro verso la squadra, il risultato lo vedremo domenica sul campo del forte Catania. Dopo l'incredibile vittoria dell'andata, che sembrava foriera di un percorso ricco di soddisfazioni, qualcuno si è montato la testa. E quel qualcuno, non sono di certo i giocatori sbolognati a gennaio. Trattati come appestati. Nemmeno il validissimo staff tecnico portato da Maurizi a Reggio, composto da gente molto preparata, è riuscito a ripristinare l'armonia attorno all'allenatore capo, pur godendo di stima da parte del gruppo.

Tra gli epurati di gennaio c'è Toti Porcino, adesso protagonista con la maglia del Catania. Non è detto che parta titolare domenica, se dovesse entrare in campo vivrà un coacervo di emozioni.

Non sarà il risultato di Catania, a dirci se la Reggina si può riprendere in questo rush finale in cui, tutto sommato, non rischia tantissimo. Sarà la prestazione a dirci se, oltre a dover stazionare fino all'ultimo in zona calda, sarà obbligatorio prendere provvedimenti per non mettere a repentaglio l'unica cosa da salvare, dopo questa stagione: la categoria.