Reggina: colpa dei calciatori, ma solo se riusciamo a venderli

solerio600di Paolo Ficara - Porte chiuse, più che altro per uscire. La Reggina ha ufficializzato l'arrivo di Ivan Castiglia in prestito dalla Triestina, cui si trasferisce con la stessa formula Carmelo Maesano. Addio ufficiale anche per Lorenzo Di Livio, accasatosi a Matera. Ma al pari della passata stagione (altra similitudine, che casualità), la proprietà (invariata) e la dirigenza (nuova) si dimostrano stitiche. Quella che doveva essere una rivisitazione dell'organico, peraltro con volontà convergenti , non si è fin qui tradotta nelle desiderate cessioni.

E difficilmente assisteremo a questo sviluppo. Anzi, la coda è sempre più in mezzo alle gambe. Dopo i tentativi di riappacificazione con De Francesco, i prossimi ad essere trattati come figlioli prodighi dovrebbero essere Di Filippo e Mezavilla. Una maniera per salvare il salvabile, di fronte a cessioni che si pensava erroneamente potessero avvenire dall'oggi al domani. Specie nel caso del brasiliano, il cui contratto fino al 2019, unito all'età non più verde, non facilita l'afflusso di pretendenti.

Ricapitolando: prima la richiesta di far fuori l'allenatore dopo lo 0-3 col Rende, poi i chiarimenti all'interno del Sant'Agata durante il ritirino, una vittoria a Catanzaro i cui meriti sono stati attribuiti a Giuseppe Praticò dal mister Maurizi, un calciomercato invernale teoricamente utile per far fuori i forieri della masnada. E adesso, con qualche gallo in più nel pollaio ed un paio di scontenti rimasti sul groppone, serve molta maestria gestionale per non smontare gli ultimi pezzi del giocattolo.

Ad andare via, dopo Di Livio, saranno con ogni probabilità Porcino e Solerio. Quest'ultimo, forse un po' a sorpresa. Probabilmente, a 25 anni ed essendo già di proprietà di una squadra di B come l'Avellino, è quello che ha più interesse a chiamarsi fuori da questo carrozzone. Vari club di B su Bianchimano, "convinto" a cambiare procuratore con l'illusione di approdare in chissà quale squadrone internazionale. Offerte di poco superiori a quelle rifiutate l'estate scorsa, per comprarlo adesso e lasciarlo in amaranto fino a giugno. Cifrette che non cambiano la vita. Almeno, non alla Reggina.

Se finiamo di disegnare il quadretto con quello che è il ritmo partita dei nuovi acquisti, tutti a corto di fiato e da verificare sul piano tecnico (tranne Castiglia), ne viene fuori una situazione economico-gestionale che, dobbiamo ammettere francamente, l'avesse creata uno dei personaggi costantemente additati ad ogni errore su queste colonne, lo avremmo disintegrato. Eppure c'è ancora chi ha la faccia tosta di mandare ambasciate per non essere contestato.

Il rischio di retrocedere, tra l'arroganza di chi lo sta creando e l'indifferenza della piazza, è ormai concreto