Reggina, quando un punto è meglio di zero. E quando tre sarebbero meglio di uno

mauriziagenoredi Paolo Ficara - Quattro partite, quattro reti segnate, altrettante subite. È ancora presto per ricavare dai numeri la reale fotografia della Reggina, reduce dal pareggio con il Matera. Ricordando gli ultimi precedenti con i lucani, c'è sicuramente da sorridere sia per non averle buscate in termini di gol al passivo, sia per aver interrotto la serie di sconfitte contro Auteri. Tuttavia, la squadra di Agenore Maurizi ci stava abituando bene: la gara di sabato scorso non rappresenta un passo avanti.

Tornando ai numeri, la Reggina ha fin qui ricalcato la sequenza di risultati della passata stagione. Sui calciatori di un anno fa, abbiamo il "vantaggio" di averli visti all'opera per un campionato intero; sugli attuali, ci stiamo facendo un'idea col lento trascorrere delle settimane. Se pensiamo (e lo pensiamo) di aver fatto un progresso in particolare nel ruolo del portiere, nella pericolosità di un attacco con caratteristiche variegate e non più dipendente da un solo uomo, e di avere gente come De Francesco e Porcino ancor più consapevole dei propri mezzi, potevamo desiderare (non pretendere, desiderare) almeno un simbolico punto in più.

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Non dimentichiamo mai di avere a che fare con un organico costruito con un budget ridottissimo, nonché dalla evidente giovane età. Stando alle formazioni iniziali, i calciatori della Reggina "vantavano" una cinquantina di primavere in meno rispetto ai colleghi del Matera. Ma non dimentichiamo nemmeno le nostre valutazioni positive sulla qualità di questa squadra, ancora fresche in quanto formulate un mese addietro.

Forse Maurizi ha inteso controbilanciare l'inesperienza dei propri calciatori, con una notevole quantità di "saggezza" nelle ultime uscite. Né a Pagani in superiorità numerica, né nella parte finale del match col Matera, la Reggina ha avuto la forza o la predisposizione per spingersi avanti. D'altronde, gli input del tecnico sono stati abbastanza chiari. Al "Marcello Torre", la squadra non è stata sbilanciata nell'abbondante porzione disputata in 11 contro 10; al cospetto di Auteri, è stata presentata una "conservatrice" formazione iniziale, e quando si poteva azzardare una rivisitazione all'uscita forzata di Gatti, col ripristino di Solerio al centro e di Porcino terzino, si è preferito il cambio ruolo per ruolo. L'ingresso finale del centrocampista Garufi al posto di Sciamanna ha ribadito una volta di più l'intenzione.

Per la serie: un punto è meglio di zero. Ma non vorremmo che i fantasmi di Rende condizionassero ancora a lungo le scelte di Maurizi, al punto da dimenticarsi che tre punti sono meglio di uno. Il riferimento è unicamente alle scelte in corsa, dato che ancora una volta la squadra si è espressa in maniera egregia sul piano dell'organizzazione. Il conto col destino è in pari: infatti solo il palo ha impedito a Battista di far prevalere i lucani, quando non ci sarebbe stato più tempo per rimediare.

Gli amaranto sono attesi da due trasferte consecutive, entrambe con squadre (Racing Fondi e Francavilla) che vorranno riscattare i tonfi dell'ultima apparizione davanti ai propri tifosi. C'è da capire se e quando saranno a disposizione Tulissi e Bianchimano, ossia creatività e forza d'urto del reparto avanzato. Sarà l'occasione per testare la personalità della squadra, guidata sotto questo aspetto da un Mezavilla perfetto per un tempo e coadiuvato dal giovane Marino nel randellare gli avversari. Va messo fieno in cascina, per dirla alla Colomba. E sarebbe ora di farsi sentire dopo arbitraggi troppo permissivi verso il gioco duro.