Giro-pizza e ‘ndrangheta, i capitali dei clan nella catena Tourlè del Nord: i nomi dei 9 arrestati

polizia5ottobreAlle prime ore di oggi, 8 novembre, Agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e della Divisione Anticrimine di Milano hanno dato esecuzione, nelle province di Milano, Torino e Monza Brianza, all'ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dalla d.ssa Imarisio, gip del Tribunale di Milano, nell'ambito delle indagini coordinate dal Procuratore Aggiunto della Dda di Milano, d.ssa Dolci, e dirette dal Sostituto Procuratore d.ssa Ombra, nei confronti di 9 soggetti, tutti italiani, a vario titolo accusati di associazione per delinquere e trasferimento fraudolento di valori.

Contestualmente è stata data esecuzione al sequestro preventivo - disposto dal medesimo gip- del capitale sociale, quote societarie e intero patrimonio aziendale di sei società riconducibili agli indagati per un valore di circa 10 milioni di euro; quattro di queste società sono proprietarie di altrettanti ristoranti-pizzerie riconducibili al noto marchio franchising Tourle'; una società è proprietaria dell'Hotel Lincoln di Cinisello Balsamo (MI).

L'attività è iniziata con indagini di prevenzione in materia di Antimafia effettuate dalla Divisione Anticrimine della locale Questura. Gli esiti favorevoli dello screening effettuato dall'Anticrimine su alcuni soggetti sottoposti a Sorveglianza Speciale hanno consentito alla Squadra Mobile, con il coordinamento della D.D.A., di disarticolare un'associazione per delinquere capeggiata da un noto pregiudicato di origini calabresi, Giuseppe Carvelli, in passato indagato con esponenti di alcune cosche di 'ndrangheta.

Avrebbero gestito i ristoranti appartenenti alla nota catena di 'giro-pizza' Tourle', marchio "in franchising", nel nord Italia con "meccanismi propri della criminalita' organizzata nella gestione delle attivita' commerciali", attraverso intimidazioni, prestanome, professionisti, e al "vertice" ci sarebbe stato Giuseppe Carvelli, pluripregiudicato per narcotraffico "vicino" alle cosche calabresi. Lo scrive il gip di Milano Natalia Imarisio nell' ordinanza sul blitz che ha portato a 9 arresti.

Giuseppe Carvelli, alle spalle una cumulo di pene di 22 anni per traffico internazionale di stupefacenti, risaputi collegamenti con la 'ndrangheta dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) e dei Pesce di Rosarno (Reggio Calabria) ma investimenti da milioni di euro in una catena di ristoranti estesa in tutto il nord italia. E' questo il profilo del principale indagato nell'ambito dell'indagine Amleto Tourle' (dal nome della catena di ristoranti) che ha portato a 9 misure di custodia cautelare, e al sequestro di circa 10 milioni di euro in quote societarie e 300 mila in contanti.

Le indagini sono state volte a verificare e circostanziare la segnalazione riguardante l'espansione commerciale, in Lombardia ed altre regioni, della catena di ristoranti/pizzerie ad insegna "Tourlè" (circa 40 esercizi sul territorio nazionale) indicate come riconducibili alla cosca Mancuso.

L'indagine operata dalla squadra mobile di Milano e dalla divisione anticrimine della questura, e coordinata dalla Dda milanese con il servizio unita' anticrimine e servizio centrale operativo della polizia, rappresenta "un cambio di passo e un salto di qualita'" nel modo di aggredire la criminalita' organizzata "ormai diventata particolarmente raffinata", come ha affermato il direttore del servizio centrale anticrimine, Francesco Messina, questa mattina in conferenza stampa: "E' una nuova frontiera nell'azione di contrasto alla mafia - ha aggiunto -, che non abbandona l'azione di contrasto all'apparato militare delle organizzazioni mafiose ma attacca patrimoni e aree nelle quali la criminalita' organizzata non esercita il potere militare, ma quello economico".

Le indagini hanno disvelato l'esistenza di un articolato sistema di intestazioni fittizie di beni e società, orchestrato dal predetto Carvelli, il cui fine era quello di mettere al riparo il patrimonio illecitamente accumulato nel tempo dal pregiudicato, utilizzando soggetti incensurati, per evitare aggressioni patrimoniali da parte dello Stato.

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L'attività investigativa ha fatto chiaramente emergere che Carvelli, già destinatario nel 2008 di un provvedimento di sequestro, prodromico alla confisca, per i beni di cui si era accertata la provenienza illecita per un valore di 2.250.000 € (emesso dalla Sez. Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano), ha investito, negli anni, ingenti somme di denaro di provenienza illecita nelle pizzerie con formula "giropizza" creando, con la complicità dei sodali, il franchising a marchio Tourle'. I locali, per i quali è stata accertata la riconducibilità al Carvelli, venivano gestiti tramite società create ad hoc con la complicità dei soggetti legati al Carvelli, alcuni anche con vincoli di parentela, che prestando la loro opera nei locali e nelle società, hanno favorito il disegno criminale del principale indagato.

Alle origini della "fortuna" Tourlè,a la pizzeria Heigun di Bovisio Masciago (MI) ove, per prima, è stata sperimentata la formula del "giropizza"; da qui la creazione, nel 2014 da parte dei sodali, della Myob srl, società appositamente creata per la gestione - con la formula dell'affiliazione commerciale del franchising - del marchio Tourle'; è emerso come la Myob srl oltre alla gestione del marchio, detenga attualmente quote di partecipazione dirette in alcuni TOURLE'.

Le società sequestrate sono la Pmg srl (che gestisce il TOURLE' di Sesto San Giovanni - MI), la Cologno Food srl (che gestisce il TOURLE' di Cologno Monzese - MI), la Torino Food srl (che gestisce il TOURLE' di Torino, Strada Basse di Stura), la Milano Food srl (che avrebbe dovuto gestire il TOURLE' di Via Ripamonti a Milano, in realtà mai aperto) e la F&G Immobiliare srl.

È stata, inoltre, sequestrata la Lincoln sas - società che gestisce l'omonimo hotel a Cinisello Balsamo (MI) - riferibile ad alcuni parenti calabresi dei principali indagati, da tempo stabilitisi nel citato comune a Nord di Milano. In particolare, uno degli indagati, in virtù dei precedenti problemi giudiziari, si era avvalso, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di confisca e prevenzione patrimoniale (spostando peraltro la propria residenza all'estero), della complicità di propri familiari, i quali, anche in qualità di teste di legno, si sono attribuiti la proprietà e la gestione della citata struttura alberghiera e, per un breve periodo di tempo, anche della Cologno Food, di fatto consentendo di mantenere la gestione e la titolarità occulta in capo al congiunto.

Ecco i nomi degli arrestati: 

Giuseppe Carvelli, Francesco Bilotta, Marco Bilotta, Luigi Cannella, Salvatore Vona, Gaetano Ierardi. 

Fausto Ferruccio Ciappetta, Vittorio Ciappetta, Oscar Di Gioacchino.

Sono invece indagati in stato di libertà: Francesco Carvelli e Mauro Alessandro Ciappetta.