Regione, Gallo (CdL): "Ancora chiusa sede Bruxelles"

"La sede di rappresentanza della Regione CALABRIA a Bruxelles e' ancora chiusa". Lo sottolinea, in una nota, il consigliere regionale Gianluca Gallo, presidente Gruppo "Casa delle Liberta'", preannunciando la presentazione di un'interpellanza sull'argomento al Governo regionale.

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"Le sedi di rappresentanza della Regione - sottolinea Gallo - sono da sempre al centro di grande attenzione e polemiche per i loro costi, spesso ritenuti eccessivi in rapporto all'effettiva utilita' delle stesse. Se nessuno dubita che a fini istituzionali possa essere opportuno fare affidamento su un ufficio di rappresentanza nel cuore delle istituzioni europee, e' invece scandalosa la circostanza per cui quell'ufficio sia chiuso, e certo non da oggi. Gia' all'indomani dell'inaugurazione, risalente al settembre del 2015 la questione fu sollevata, in considerazione delle spese legate al mantenimento di una sede nel centro di Bruxelles: il solo canone di locazione annuo e' pari a circa 50 mila euro. All'epoca, per individuare il personale necessario a rendere operativo l'ufficio, si sollecito' la Giunta ad adoperarsi in tal senso. Nel luglio del 2017 si giunse alla pubblicazione di un avviso pubblico di selezione di cinque consulenti. Ma neppure questo, evidentemente, si e' rivelato sufficiente. Attualmente, infatti, lo stato di chiusura della sede permane". "Da circa sei mesi - dice ancora il capogruppo della Cdl - nessuna attivita' viene svolta negli uffici di Bruxelles, a quanto pare per un infortunio occorso all'unico dipendente in servizio nella struttura e sino adesso non ancora sostituito. Pretendere verita' su quanto avviene e' doveroso. Considerato che nel corso degli anni il presidente Oliverio, purtroppo solo a parole, ha assunto impegni poi non mantenuti alla prova dei fatti, nei prossimi giorni presentero' un'interpellanza affinche' venga ufficialmente chiarito come stanno le cose, quanto tanta negligenza costi ai calabresi, chi ne siano i responsabili e se sia politicamente ragionevole e sensato dichiararsi europeisti e poi chiudere le porte di casa in faccia all'Europa, pregiudicando gli interessi dei calabresi".