Ndrangheta, Dia Liguria: "Incendi per accaparrarsi appalti"

L'operativita' delle cosche di 'Ndrangheta in territorio ligure non e' rivolta solo al traffico di droga ma "l'interesse criminale si e' indirizzato anche verso l'infiltrazione degli ambiti politico-amministrativi e dell'imprenditoria". E' quanto si legge nel rapporto della Dia - secondo semestre 2018 - relativamente allo stato della criminalita' in Liguria, illustrato nella sede genovese della direzione investigativa antimafia. Le indagini svolte negli ultimi anni hanno evidenziato il ricorso a atti intimidatori, in particolar modo incendi dolosi, che la Dia definisce "strumentali al raggiungimento di obiettivi criminali, spesso coincidenti con i tentativi di condizionamento delle amministrazioni locali anche al fine dell'accaparramento di appalti pubblici". Inevitabili, quindi, i riflessi negativi sull'economia del territorio "per gli effetti distorsivi della concorrenza, derivanti peraltro dal massiccio investimento di capitali mafiosi".

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Un fenomeno in crescita in Liguria con 47 incendi dolosi accertati nel 2018 contro i 15 del 2017. Un investimento imponente come dimostrano i dati forniti dal rapporto: a oggi, infatti, sono in corso le procedure di legge per la gestione di 271 immobili confiscati, mentre altri 77 sono gia' stati destinati. Sono in atto le procedure per la gestione di 18 aziende, mentre altre 8 sono gia' state destinate. Alberghi, ristoranti, attivita' immobiliari, commercio all'ingrosso, costruzioni, attivita' manifatturiere ed edili, terreni agricoli, appartamenti, ville, fabbricati industriali, negozi, sono solo alcune tra le tipologie di beni sottratti alle mafie in Liguria concentrati nelle province di Genova, Savona, Imperia e La Spezia.