Europee, Falcomatà sottoscrive manifesto dell’ex ministro Calenda: nasce la lista unica 'anti-sovranista' dei progressisti

falcomata festemarianeCarlo Calenda presenta il suo manifesto per coalizzare le forze europeiste attorno a un programma liberale e con forti connotazioni sociali. "Bene ci siamo. Su http://www.siamoeuropei.it trovate il Manifesto per la costituzione del fronte lanciato insieme a 100 esponenti della politica locale e della societa' civile. Ora si tratta di aderire e far aderire. Partiamo. L'Italia e' l'Europa sono piu' forti di chi le vuole deboli", scrive l'ex ministro su twitter. Si intitola 'Manifesto per la costituzione di una lista unica delle forze politiche e civiche europeiste alle elezioni europee' e tra i firmatari ci sono, tra gli altri, nomi di spicco del centrosinistra italiano, dal sindaco di Milano Beppe Sala, a Giuliano Pisapia, al sindaco di Firenze Dario Nardella, a Giuseppe Falcomata', sindaco di Reggio Calabria, al presidente della regione Toscana Enrico Rossi, al presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, quella dell'Umbria Catia Marini, quello della Sardegna Francesco Pigliaru, al presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, a Walter Ricciardi, ex presidente dell'istituto superiore di Sanita', al sindaco di Pesaro Matteo Ricci, agli imprenditori Andrea Illy e Alberto Bombassei. Ecco i primi passaggi del manifesto. "Siamo europei. Il destino dell'Europa e' il destino dell'Italia. Il nostro e' un grande paese fondatore dell'Unione Europea, protagonista dell'evoluzione di questo progetto nell'arco di piu' di 60 anni. E protagonisti dobbiamo rimanere fino al conseguimento degli Stati Uniti d'Europa, per quanto distante questo traguardo possa oggi apparire", si legge.

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Il Manifesto ricorda i vantaggi storici di essere parte dell'Unione europea. Ma riconosce che "la velocita' del cambiamento innescato dalla globalizzazione e dall'innovazione tecnologica, e parallelamente gli scarsi investimenti in capitale umano e sociale - che avrebbero dovuto ricomporre le lacerazioni tra progresso e societa', tra tecnica e uomo - hanno determinato l'aumento delle diseguaglianze e l'impoverimento relativo della classe media. Cio' ha scosso profondamente la fiducia dei cittadini nel futuro. L'incapacita' di gestire i flussi migratori provenienti dalle aree di prossimita' colpite da guerre e sottosviluppo ha messo in crisi l'idea di societa' aperta. La convergenza tra queste turbolente correnti della storia ha minato la fiducia di una parte dei cittadini nelle istituzioni e nei valori delle democrazie liberali. Per la prima volta dal dopoguerra esiste il rischio concreto di un'involuzione democratica nel cuore dell'Occidente. La battaglia per la democrazia e' iniziata, si giochera' in Europa, e gli esiti non sono affatto scontati". L'obiettivo dei firmatari "non e' conservare l'Europa che c'e', ma rifondarla per riaffermare i valori dell'umanesimo democratico in un mondo profondamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi trent'anni. Un mondo che affronta tre sfide cruciali: il radicale cambiamento del lavoro, e dunque dei rapporti economici e sociali, a causa di un'ulteriore accelerazione dell'innovazione tecnologica; il rischio ambientale e la necessaria costruzione di un modello di sviluppo legato alla sostenibilita'; uno scenario internazionale piu' pericoloso e conflittuale. Le forze da mobilitare per la costruzione della nuova Europa sono quelle del progresso, delle competenze, della cultura, della scienza, del volontariato, del lavoro e della produzione". (DIRE)