Rapporto Svimez, rallenta la crescita economica. Calabria migliore tra le Regioni del Sud

soldi16apr+1,4% al Sud e +1,5% nel Centro-Nord è la crescita in punti percentuali del Pil registrata dal Rapporto Svimez nel 2017 che segnava il proseguimento della lenta ripresa economica, seppur in un contesto di grande incertezza e col rischio di una frenata dell'economia meridionale.

La crescita, si legge nel rapporto, è legata al forte recupero del comparto manifatturiero (+5,8%), in particolare nelle attività legate ai consumi, e, in misura minore, delle costruzioni (1,7%). I positivi segnali di ripresa dell'ultimo triennio dal 2015 al 2017 testimoniano la graduale uscita dalla crisi dell'industria manifatturiera nel Mezzogiorno, che ha realizzato un recupero più che doppio rispetto al resto del Paese. La crisi geopolitica nell'area del Mediterraneo ha favorito i flussi turistici verso il Sud nel 2017, con un aumento del valore aggiunto del 3,4%, un numero di viaggiatori stranieri nel Mezzogiorno cresciuto del 7,5%, un incremento della spesa turistica del 18,7%.

Nel 2017, Calabria, Sardegna e Campania sono le regioni meridionali che hanno fatto registrare il piu' alto tasso di sviluppo, rispettivamente +2%, +1,9% e +1,8%. Si tratta di variazioni del PIL comunque piu' contenute rispetto alle regioni del Centro-Nord, se confrontate al +2,6% della Valle d'Aosta, al +2,5% del Trentino Alto Adige, al +2,2% della Lombardia.

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Le previsioni 2018 della Svimez mettono però in evidenza come, nel più generale rallentamento dell'economia italiana, si riapra la forbice tra Centro-Nord e Mezzogiorno. Rispetto ad agosto, nel 2018 si prevede, infatti, una minore crescita del PIL italiano: +1,2% invece di +1,5%. Il saggio di crescita del PIL dovrebbe attestarsi all'1,3% nel Centro-Nord e allo 0,8% nel Mezzogiorno. E' quanto emerge dal Rapporto Svimez "L'economia e la società del Mezzogiorno". Nel corso dell'anno gli investimenti, che sono la componente più dinamica della domanda, crescono in entrambe le aree, ma in maniera più marcata al Nord: +3,8 nel Sud, +6,2% nel Centro-Nord. Ma è soprattutto la riduzione dei consumi totali, che crescono nel Mezzogiorno dello 0,5% e al Centro Nord dello 0,8%, ad incidere maggiormente sul rallentamento meridionale.

La Svimez ha inoltre stimato gli effetti della manovra di Bilancio sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno, sulla base della ripartizione territoriale degli interventi previsti, sia in termini di minori entrate che di maggiori spese: nel biennio 2019-20 il Sud beneficerà di circa il 40% delle minori entrate e di oltre il 40% delle maggiori spese. Nelle sue linee essenziali, quindi, le misure espansive andrebbero a vantaggio del Mezzogiorno. Soprattutto perché le spese per le quali si prevede l'incremento più significativo sono quelle delle prestazioni sociali e dei consumi collettivi, sostenute dal pensionamento anticipato (Quota 100) e dall'avvio del Reddito di cittadinanza. L'impatto dei provvedimenti contenuti nella manovra sull'evoluzione del PIL al Centro-Nord e al Sud, secondo l'analisi Svimez, darebbe un impulso positivo nel Mezzogiorno di circa lo 0,3% nel 2019 sull'aumento previsto del prodotto lordo dell'1%, e di poco più dello 0,4% nel 2020 sul PIL allo 0,9% ipotizzato. Nel Centro-Nord, i valori risultano decisamente inferiori, quasi lo 0,2% nel 2019 e 0,24% nel 2020.