‘Ndrangheta a Milano, domani l’interrogatorio del cognato del boss Alvaro

Domani in carcere interrogatorio per Bruno Crea, cognato di Natale Alvaro, boss dell'omonima cosca della 'ndrangheta, e arrestato ieri nel blitz della Gdf di Milano che ha smantellato una presunta associazione per delinquere che, attraverso un reticolo di società e fatture false, avrebbe intascato circa 8,6 milioni di euro frutto di evasione fiscale, reinvestendoli in una serie di attività, tra cui anche un bar a due passi dal Pirellone (le quote della società che gestisce il locale sono state sequestrate). Domani mattina il gip Giusi Barbara, nell'ambito dell'inchiesta del procuratore aggiunto Alessandra Dolci e del pm Bruna Albertini, interrogherà anche altre due persone finite in carcere, i romeni Cristian Stetco e Ionel Mihai "uomo di fiducia" di Crea, e per il pomeriggio è previsto l'interrogatorio di garanzia di Paolo Giuliano, finito ai domiciliari e anche lui tra i presunti "promotori" dell'associazione per delinquere. Gli interrogatori degli altri quattro arrestati saranno effettuati per rogatoria da altri gip, perché le misure cautelari sono state eseguite fuori dalla Lombardia.

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Dalla carte dell'indagine è emerso che Crea, 61 anni nato a Reggio Calabria e con casa a Milano, ha avuto in passato "contatti e rapporti d'affari con pregiudicati anche estranei alla sua cerchia familiare", come Guerino Casamonica, ma anche con Valter Lavitola (ex direttore de L'Avanti e coinvolto in varie inchieste) e Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore barese che avrebbe portato escort nelle residenze di Silvio Berlusconi. Proprio a quest'ultimo, sintetizza il gip, ha "offerto un lavoro" in una sua cooperativa "per fargli ottenere gli arresti domiciliari".