Aeroporti, il ritorno di PeopleFly e le “bastonature” per Sacal

PeopleFly1di Mario Meliadò - Vi ricordate Andrea Caldart?

Parliamo dell'imprenditore bellunese che s'è "inventato" una compagnia di brokeraggio aereo, PeopleFly, da tempo operativa in Sardegna: solo pochi mesi fa aveva fatto parlare di sé perché aveva messo in vendita biglietti da e per l'Aeroporto dello Stretto, in relazione a una rotta popolarissima come Roma Fiumicino e a una nuova interessante meta come la veneta Verona, facendo ovviamente strabuzzare gli occhi alla maltrattatissima utenza reggina che già di suo – quando non bastonata a sangue da tariffe più adatte a Paperon de' Paperoni che non a normali cittadini, in cerca giusto di un modesto volo per spostarsi da un luogo all'altro di un Paese lungo 1.300 chilometri – aveva la bava alla bocca per l'ulteriore isolamento in itinere per la sostanziale chiusura dello scalo reggino, dopo il disimpegno di Alitalia.

Caldart però venne trattato come il classico "pirata dei cieli", in tanti dissero che i "suoi" aerei non avrebbero mai volato da o verso Reggio Calabria: è andata effettivamente così. E PeopleFly ha dovuto prima rinviare (come già accaduto ad esempio a Palermo), poi annullare tutti i voli e risarcire i passeggeri che avevano prenotato i voli.

L'imprenditore, però, ha sempre lamentato presunte «resistenze» che avrebbe riscontrato in loco (sarà vero?), denunciando il ritenuto «mancato raggiungimento d'accordi prestabiliti» (sarà vero?).

...Fatto sta che una cosa sicuramente vera c'è.

Neanche FlyServus è un vettore aereo: anche in questo caso, stavamo parlando di una società di brokeraggio, per quanto iper-sponsorizzata dai vertici Sacal presieduti dal prefetto Arturo De Felice (a fornire i velivoli sarebbe stata, infatti, Common Sky). Anche in questo caso, l'epilogo non pare essere stato diverso: come la mettiamo, allora?

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E poi, c'è una seconda cosa vera. Che da fine marzo, la tanto vituperata PeopleFly collegherà Crotone con la piemontese Cuneo con un aereo da 112 posti: i biglietti saranno in vendita già nei prossimi giorni.

La cosa non poteva che smuovere le acque, considerate anche le "nubi di guerra" che stanno accerchiando Sacal (che ormai gestisce tutt'e tre gli scali calabresi) da parte dell'utenza, dei sindacati e – fatalmente – anche ad opera della Regione Calabria, inviperita perché i risultati tardano ad arrivare, anzi.

Così, da un lato sono arrivate le solite "pachidermiche" iniziative di mano pubblica: per esempio l'istituzione di un Tavolo tecnico regionale per la riapertura del "Sant'Anna" di Crotone, che ha stabilito che, ha attivato l'iter per porre le precondizioni affinché, etc. etc.

D'altro lato, più prosaicamente, il 9 gennaio scorso il sottosegretario al Turismo Dorina Bianchi ha chiamato a Roma il ceo di PeopleFly Caldart: scopo, attivare sì i collegamenti da e verso Crotone..., ma 1) senz'altro prima del 4 marzo, "fatidica" data delle Politiche 2018 2) con rotte ulteriori rispetto a quella cuneense. L'imprenditore ha sùbito risposto, nero su bianco: noi ci siamo, stavolta però per garantire la sostenibilità dell'operazione vogliamo un intervento economica di mano pubblica «esclusivamente iniziale» e nel giro di 15 giorni dall'intesa intercorsa saremo in grado di garantire collegamenti tra lo scalo pitagorico e Roma Fiumicino, Milano Orio Al Serio, Verona e appunto Cuneo (con velivoli da 50 posti, però).

Ciò che è stato "schifato" per l'esigenza di rompere l'isolamento del bacino dello Stretto (...ricordare sempre che l'aeroporto reggino non è certo di Reggio città, ma è lo scalo metropolitano che serve i territori provinciali di Messina e Reggio Calabria, grazie) sarà utile a far "decollare" il Sant'Anna?

Intanto, come se non bastasse, ancòra "piovono pietre" – direbbe Ken Loach – sui vertici Sacal. E ancòra una volta a scagliarle, basandosi su documenti precisi, è la Filt-Cgil, guidata in Calabria da Nino Costantino.

Finalmente la società di gestione (c'è voluta una sentenza del Giudice del lavoro di Lamezia Terme, però...) ha fornito alle parti sociali il Piano industriale con cui ha vinto il duplice bando Enac per la gestione trentennale degli scali di Reggio e Crotone. E, naturalmente, come tutti gli addetti ai lavori andavano dicendo da lunghi mesi, s'è scoperta l' "acqua calda" di turno: la Sacal non ha affatto rispettato, fin qui almeno, quelle previsioni, «falcidiando i lavoratori dello scalo» reggino. Solo che, ovviamente, chi ha vinto un bando «non può cambiare il piano industriale originario sulla base di nuovi programmi», rilevano i vertici cigiellini.

Il Piano sulla cui base Sacal è stata decretata vincitrice del bando prevedeva 45 assunzioni (per la verità, dalle figure di "operatore unico aeroportuale" a quelle di "responsabile in turno" fino agli "addetti di scalo", molti sarebbero contratti part-time): in realtà la società ha assunto solo 34 unità (18 ex Sogas Spa, 10 ex Sogas Service e 6 esterne), «facendo venir meno uno dei fattori vincolanti per l'aggiudicazione della gara», mette in rilievo Costantino: immediato l'appello al presidente Enac Vito Riggio affinché faccia urgentemente rispettare il piano iniziale, in parallelo all'attivazione di una nuova azione legale.

Interessanti, nel Piano, anche le previsioni d'investimento: almeno ci si può render conto che la manutenzione della pista 15-33, per dire, è programmata a partire dal 2039, l'operatività degli interventi di manutenzione straordinaria è ipotizzata nel 2046. «A breve termine» (cioè, è importante capirlo..., di qui al 2026) sull'Aeroporto dello Stretto il gestore investirà invece solo 1,8 milioni di euro dei 10,8 milioni d'investimento previsti su scala trentennale fino al 2046.

E i passeggeri?

Di qui ai prossimi anni è previsto sì un aumento, ma prudenziale (anzi, «conservativo», per citare testualmente il documento prodotto), non superiore a un picco da 511mila passeggeri nel 2020 (dai 481mila del 2016). Da 3,4 milioni di euro (2017) il valore della produzione trent'anni dopo raddoppierebbe a 6,3 milioni.