Sanità, Cgil: "Da mesi denunciamo emergenza"

I"l giudizio della CGIL Calabria sulla gestione della Sanità in Calabria è contenuto nel documento, elaborato qualche mese fa ed approvato nel corso di una approfondita analisi dai suoi organismi direttivi, ed è un giudizio nettamente negativo.
Il documento esaminava, punto per punto, ogni area di crisi, la situazione della rete ospedaliera, quella della rete di emergenza e urgenza, il mancato adeguamento dei Lea, la medicina territoriale, la situazione dei pronto soccorso, la mancata partenza e responsabilità nella costruzione dei nuovi ospedali".Lo si legge nella nota della Segreteria Cgil Calabria

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"Non ci si limitava a denunciare il disastro ma si proponevano soluzioni e si auspicava un confronto tra la gestione commissariale, la Giunta regionale e le parti sociali che aiutasse il dialogo e favorisse il superamento del conflitto istituzionale concretizzatosi.
Si è scelto di andare al braccio di ferro, inutile e dannoso per lo stato in cui versa la sanità calabrese e, di recente, l'ultima messa in scena con minaccia di catene seguita dal fallimento di ogni iniziativa di rivendicazione portata fino a Palazzo Chigi, forte persino dell'adesione di ben 351 Sindaci della Regione.
In questi giorni, abbiamo assistito, con dovizia e puntualità, ad una sequela di interventi a mezzo stampa, di botta e risposta tra Commissario al Piano di Rientro e Giunta Regionale evidenziando una situazione di stallo totale che non fa intravedere soluzioni diverse dallo status quo, ingenerando solo una grande confusione.
La CGIL Calabria, consapevole che un tale livello di scontro arrecherà solo danni ai cittadini - vere vittime sacrificali di una sanità negata - e che ( se possibile) peggiorerà la loro condizione, invita tutti al senso di responsabilità e a rivedere le loro posizioni oltranziste, magari a farsi un bagno di umiltà, riconoscendo gli errori commessi in nome di una malcelata guerra di potere tra soggetti pubblici, ognuno con funzioni determinate dalla legge e che solo una nuova legge potrebbe modificare.
La CGIL richiama la necessità di una assunzione di responsabilità della politica calabrese a far assumere un dibattito di merito al Consiglio Regionale della Calabria in una sessione specifica sulla sanità aperta ai Sindaci ed alle parti sociali.
Così come è necessario fare chiarezza sulle responsabilità economiche, di gestione diretta delle risorse impegnate per la salute dei calabresi, caramente pagate attraverso balzelli addizionali esosi e improponibili, con servizi inadeguati al punto di spingere migliaia di calabresi a curarsi fuori dalla propria regione.
La CGIL chiede che si attivino tutte le procedure necessarie a definire le ragioni di un deficit sanitario incolmabile, ricercandone i responsabili ovunque essi si trovino. Si proceda con le Commissioni di Accesso nelle strutture dipartimentali regionali e nelle Asp, si controllino accreditamenti a strutture private e i fondi assegnati, e si verifichi la correttezza e l'appropriatezza delle spese.
Infine, la politica –quella futura, giacché la presente è già definitivamente trapassata nei fatti - si attrezzi a proporre soluzioni idonee attraverso una seria programmazione sanitaria, che si proponga di invertire la rotta. Lo si faccia condividendone obiettivi e priorità con gli operatori della Sanità, con le forze politiche presenti nella massima assise regionale e con le forze sociali che hanno a cuore i diritti e le condizioni dei malati e dei cittadini calabresi.
La CGIL calabrese è, come sempre, disponibile al confronto. In una prospettiva diretta a migliorare le condizioni di accesso ai servizi sanitari dei cittadini, all'adeguamento e messa in sicurezza degli organici - funzionali ai bisogni di salute e non funzionali agli interessi dei partiti -, al raggiungimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, alla elaborazione e realizzazione di un vero e proprio "Piano di Salute e Risanamento" che superi ogni irrazionale Piano di Rientro.
Ai calabresi non interessa chi sarà il commissario alla sanità, lo scelga il Governo tra soggetti autorevoli e competenti. Ai calabresi interessano ospedali aperti e funzionanti ed un diritto alla salute garantito".