Soluri (Odg Calabria): "Professione giornalista è fondamentale, serve credibilità"

"La credibilità è il vero, grande patrimonio di un professionista. Non è qualcosa 'che si compra al mercato' o che può derivare da forme varie di autoreferenzialità. La credibilità la si conquista giorno dopo giorno con la qualità e la correttezza con cui si svolge il proprio lavoro".
Esordisce così il presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri nell'intervista rilasciata alla cronista Daniela Gangemi per Calabria on web (www.calabriaonweb.it), magazine del Consiglio regionale della Calabria.
Un dialogo a tutto tondo su una professione, quella giornalistica, che continua ad affascinare tantissimi giovani e che rappresenta un baluardo a difesa della democrazia. Senza una corretta informazione, infatti, non esistono scelte consapevoli. Ecco perché il ruolo del giornalista era, è e resterà fondamentale.
Giornalista professionista dall'8 giugno 1978, catanzarese, Soluri nel 2013 è stato rieletto presidente ed è al suo quarto mandato. Da 27 anni è direttore del quotidiano "Il Giornale di Calabria" ed è direttore di RTC Telecalabria. Dal 1978 al 1985 è stato corrispondente del Corriere della Sera.
Nel corso dell'intervista, il Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria ha richiamato i principi cardine che devono guidare l'esercizio della professione: "approfondimento della notizia, verifica delle fonti, confronto tra le diverse opinioni, conoscenza dei problemi e cultura di base. Senza questi capisaldi - ha rilanciato - il lavoro giornalistico rischia di scivolare nel pettegolezzo, nell'approssimazione, nel collateralismo o nell'attacco immotivato ed infondato".
E non poteva mancare un accenno alle innovazioni tecnologiche che, pur migliorando taluni processi, hanno anche generato nuove insidie da cui il giornalista deve ben guardarsi. "Non c'è dubbio che nel corso del tempo la figura del giornalista è cambiata. Ancor di più è cambiata negli ultimi lustri a causa della accelerazione che l'evoluzione tecnologica ha impresso alla vita di ognuno di noi comprimendo i tempi di valutazione e di analisi e scaricando una mole enorme di 'informazioni' nella quale è spesso difficile discriminare il grano dal loglio. Il ruolo del giornalista - ha ribadito Giuseppe Soluri - resta quello, fondamentale, di individuare le notizie di interesse pubblico e di fornirle ai lettori, ai telespettatori, a tutti i fruitori ultimi; e di farlo sviluppando, per conto dei lettori, quel lavoro di analisi e di verifica che il lettore non può, non vuole o non ha il tempo di fare. Il web, i social network, rappresentano una grande opportunità se, anziché diventare terreno aperto per diffondere banalità, fake news e magari insulti, saranno vissuti come una grande e virtuale piazza all'interno della quale diffondere notizie qualificate e verificate ed esperienze personali o civiche formative".

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Poi un passaggio sulla crisi che non ha risparmiato neanche questo settore: "Il sistema dell'informazione sta vivendo, in Italia, una crisi epocale. Hanno chiuso molti giornali, molte televisioni, molte testate di varia natura. E, inevitabilmente, si sono persi centinaia di posti di lavoro giornalistico e si è precarizzata sempre di più una professione che invece, per essere svolta con serenità, avrebbe bisogno di certezze. Dove non c'è libertà di stampa non c'è democrazia. Ma libertà non è sinonimo di arbitrio, è l'esatto opposto: è cioè capacità di esercitare i propri diritti senza conculcare o offendere quelli degli altri. Il giornalista degno di questo nome deve riuscire ad essere sempre 'vergin di servo encomio e di codardo oltraggio'".
In merito ai necessari interventi a sostegno dell'editoria nonché rispetto alle azioni avviate in Calabria, il presidente dell'Ordine calabrese ha detto: "Ho apprezzato molto l'iniziativa del presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, che ha rilanciato la proposta di una legge regionale per l'editoria cosiddetta minore. Si tratta di un ottimo segnale che spero trovi l'ascolto ed il riscontro che merita".
Soffermandosi sui problemi complessivi della categoria, Soluri ha concluso: "Serve una presa di coscienza generale: Governo, giornalisti, editori".