La Viola è salva: ora bisogna ricostruire, non smantellare. Il futuro è dietro l’angolo

bermeviolarullodi Simone Carulo - Titoliamo così come abbiamo chiuso l'articolo di ieri, che raccontava la soffertissima vittoria salvezza contro Rieti. Una vittoria d'orgoglio, rocambolesca, meravigliosa, in una serata in cui è successo di tutto: la fuga degli ospiti, lo spettro della sconfitta e dei playout, la commozione per la premiazione del giudice Viola, la rimonta, il cuore, la fierezza, il blackout che ha lasciato al buio il Palazzo e gettato un'ombra sul futuro neroarancio. E ancora, il nervosismo, gli schiaccioni di rabbia ed un paio di difese forti da parte di Dobbins e Brackins che sono valse la vittoria. Poi la festa, gli applausi e lo sguardo già rivolto al prossimo anno quando bisognerà "ricostruire", non rifondare. 

Bisognerà programmare senza smantellare, affinché non si commetta lo stesso errore dello scorso anno, quando sono stati cambiati dieci undicesimi del roster col risultato di ritrovarsi con una squadra del tutto nuova, priva di spirito di squadra e senza contezza di cosa siano l'universo e la storia neroarancio.

Questa squadra, salva per il rotto della cuffia, vale ben più dei 28 punti totalizzati in classifica. E' una squadra che è passata attraverso mille peripezie, tensioni nello spogliatoio, due/tre cambi nella guida tecnica, tagli e nuovi innesti; ciò nondimeno a sprazzi ha fatto vedere lampi di buon basket. Magari con un sistema difensivo più solido (che copra meglio sul perimetro), un gioco offensivo più corale, una mentalità forgiata dalle avversità di questa stagione ed un anno di più per consolidare il gruppo e acquisire confidenza potrà raggiungere quel traguardo che già quest'anno ci si era prefissato: i playoff.

A nostro avviso, la Bermé Viola non può permettersi di perdere giocatori come Rullo e Brackins, indiscussi ed "indiscutibili" mattatori della stagione, giocatori di talento, spesso inseriti nella top ten di giornata della A2. Non può privarsi di un vero agonista come Anthony Dobbins, arrivato in novembre e promosso capitano. Non può non firmare un prospetto come Costa, vero cambio dell'ultimo arrivato, il nigeriano naturalizzato britannico Adegboye, il quale è stato realmente in alcune occasioni l'"Ogo" della bilancia. Al netto di una tecnica di tiro rivedibile, Ogo ha la rara peculiarità di andare al ferro come pochi, con determinazione e rapidità, leggendo la linea di penetrazione prima degli altri. Ieri sera, così come all'esordio, è stato l'uomo che ha spinto di più quando gli avversari sembravano prendere il largo, ecco perché noi riteniamo che si sia meritato la conferma.

Salvato lo zoccolo duro, toccherà alla dirigenza il compito assai arduo di trovare gli innesti giusti per aggiungere al roster qual che manca. Anche sul piano della preparazione e della tenuta atletica sarà importante lavorare.

Invece, per quanto concerne la stagione appena conclusa c'è solo un grande, inaudito rimpianto. Forse il cambio di allenatore andava fatto prima, di certo il pasticcio e la gran confusione del doppio esonero di Benedetto con il brevissimo interregno di Massimo Bianchi non ha aiutato. Ciò che ha portato Fabrizio Frates alla Viola non è facile da dire. Di certo ha portato equilibrio ed esperienza. Ha avuto il coraggio di togliere Rullo dal quintetto in un momento di appannamento, al quale il ventiseienne da Lanciano ha saputo reagire (18 punti contro Agrigento, 21 ieri); ha avuto il merito di recuperare un veterano come Mordente che era addirittura finito fuori squadra. D'altronde la mini striscia di quattro vittorie consecutive nel finale di stagione depone evidentemente a suo favore.

Il futuro è dietro l'angolo, il futuro è neroarancio!